Non sto a spiegare come e perche', ma e' successo: da ieri sono in possesso di un Mac.
Vabbe', non e' un Mac nuovo: e' un vecchio iMac G3 "Blueberry", il primo modello della serie di PC targati Apple da sempre in controtendenza col mercato dei soliti Intel + Windows.
Sulla macchina non so assolutamente nulla, in quanto l'ho accesa per la prima volta solo poche ore fa' trovandomi dinnanzi ad un errore del kernel, ed invece di fare quella che sarebbe forse la cosa piu' ovvia e pratica da fare, ovvero bootare con un live CD di una qualsiasi distribuzione Linux che supporti l'architettura PPC per curiosare tra le proprieta' fisiche del dispositivo, sto scaricand... Ehm... Sto attendendo che mi arrivi la licenza di Mac 8.6 per procedere poi con l'installazione.
Forse discutibile da parte di alcuni e' la scelta di adottare un sistema Macintosh (oltretutto obsoleto) in luogo di Linux, NetBSD, Darwin o qualsiasi altro sistema atto ad essere piazzato su quell'arnese, ma il proposito e' quello di mettere mano una volta tanto su qualcosa di diverso, da una parte lontano da Unix (solo la serie X di Mac e' basata su kernel FreeBSD ed anzi recentemente riconosciuta come Unix a tutti gli effetti) e dall'altra rivoluzionario, quantomeno in termini di interazione con l'utente, come e' stata (ed e') la piattaforma dei ragazzi di Cupertino.
Poi gia' lo so che per usare realmente l'apparecchio finiro' per caricare Darwin e consumare il repository di MacPorts (non posso certo mettermi a scrivere software per Mac Classic, o pretendere che su di esso ci siano tutte le applicazioni di cui abbisogno), ma finche' posso cavalco l'onda dell'entusiasmo hackish e cerco nuove fonti di ispirazione.
Questa volta, dal passato.
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