Pensieri e parole su HCI, home computing, tecnologie desktop e sul Progetto Lobotomy

mercoledì 16 gennaio 2008

FREE++

Essendo io artefice dell'iniziativa, non posso certo esimermi dal parteciparvi per mezzo del mio blog...
Su BarberaWare e' stato avviato il progetto FREE++, una campagna di sensibilizzazione degli sviluppatori freeware al freesoftware. Il fulcro dell'iniziativa sta in una sorta di lettera aperta (sebbene sia forse piu' corretto chiamarlo appello) che si vorrebbe vedere pubblicata in lungo ed in largo, al fine di essere letta ed illuminare qualche sviluppatore apportando nuova linfa al sempre piu' ricco panorama di software disponibile in forma di codice libero.
Non aggiungo altro in quanto la lettera, sotto riportata, gia' contiene pressoche' tutto; invito tutti a riprodurre a loro volta il testo sui siti e sui blogs di competenza, si' da propagare il messaggio quanto piu‘ lontano possibile.

Agli sviluppatori di software freeware,

questo messaggio, questo appello, e‘ a voi rivolto: rivolto a coloro che distribuiscono le proprie produzioni software gratuitamente, per mezzo dell‘Internet, in modo che tutti possano fruirne pur senza pagare per ottenere una licenza d‘uso; a chi e‘ mosso da passione e curiosita‘ nella realizzazione di un‘opera; alle persone che provano soddisfazione (ed anche, diciamocelo pure, divertimento) nel costruire qualcosa di utile, talvolta anche complesso, solo perche‘ appunto utile; a chi, per necessita‘ personale o per diletto, raccoglie la quotidiana e sempre rinnovata sfida degli addetti ai lavori in campo informatico: risolvere problemi.

Il punto cruciale che viene qui presentato e‘: perche‘ limitare le possibilita‘ di utilizzo, miglioramento e gradimento della propria produzione? Perche‘ confezionare una applicazione senza considerare l‘opportunita‘ di fare in modo che tutti possano trarre il massimo beneficio da essa? Perche‘ impedire a quelli con cui si spartiscono gli stessi interessi e le medesime passioni di apprendere il modo in cui si e‘ aggirato un problema e riutilizzarlo in altre opere? In poche parole: perche‘ non rendere il software non solo gratis, ma libero, un po‘ piu‘ "free"?

Inevitabile al giorno d‘oggi non aver mai sentito parlare di "freesoftware", o "software libero", ovvero di quella particolare modalita‘ di distribuzione del software secondo cui il programma viene accompagnato dal codice sorgente da cui si ricava poi il binario da eseguire. La variazione tra freeware a freesoftware e‘, sul piano pratico, minima: insieme all‘eseguibile compilato, pronto per essere eseguito dalla fascia di utenza che vuole usarlo per quel che fa, si distribuisce pure il codice sorgente che si e‘ amorevolmente steso, corretto e perfezionato per il programma stesso. Tale piccola accortezza porta ad una differenziazione assai piu‘ profonda tra i due approcci: l‘atto di pubblicazione del sorgente apre infinite strade a futuri sviluppi dello stesso, che potra‘ cosi‘ essere modificato, piu‘ facilmente perfezionato ed arricchito anche da terzi, ammirato e studiato da quelli che in esso trovano ispirazione o l‘agognata risoluzione di un proprio problema. Tutte attivita‘ che non potrebbero svolgersi se il software fosse si‘ gratuito ma pur sempre chiuso, segreto, inaccessibile. Tutte attivita‘ che non potrebbero svolgersi se si decidesse di condividere solamente lo strumento finale, la funzionalita‘, anziche‘ la conoscenza, il funzionamento.

Spesso l‘argomento "freesoftware" e‘ associato al mondo di GNU/Linux, il piu‘ conosciuto (ma non il solo) sistema operativo realizzato secondo i canoni dello sviluppo collaborativo, e ci si dimentica (o si ignora) che il principio base di questo approccio trascende ogni piattaforma, linguaggio e ambiente operativo. La concezione di freesoftware come lo si intende oggi nasce storicamente ben prima del fenomeno Linux e ne e‘ causa, non effetto, ed e‘ agnostica rispetto a qualsiasi tecnologia: nulla, ne‘ di carattere tecnico ne‘ legale ne‘ retorico, impedisce che un programma che si intende possa essere diffuso con una licenza libera sia scritto su un sistema operativo che di libero ha ben poco, o con strumenti proprietari e chiusi. La distinzione tra una applicazione ed un applicazione libera sta nella modalita‘ di distribuzione, non nel suo target o nella sua origine.

L‘invito che qui si vuole rivolgere ai tanti che amano realizzare cose utili per se‘ stessi e per il prossimo e‘ di valutare la possibilita‘ di renderle ancora piu‘ utili, andando al di la‘ della loro funzionalita‘ palese. La piena transazione dal modello freeware a quello freesoftware puo‘ essere piu‘ o meno indolore a seconda di come ci si vuol relazionare con chi si trovera‘ tra le mani il prodotto pubblicato: e‘ possibile impacchettare brutalmente il binario, il sorgente, la licenza preferita, e mettere il tutto a disposizione per il download su un qualsiasi sito web, oppure si puo‘ cogliere appieno lo spirito ed affrontare l‘avventura dello sviluppo collaborativo sfruttando la visibilita‘ di uno dei tanti portali che offrono spazio e risorse a chi vuole portare avanti un lavoro coinvolgendo altre persone in giro per il mondo, facendo crescere costantemente l‘opera. Per compiere un qualsiasi passo in direzione del software libero e‘ sufficiente volerlo, informandosi oggettivamente ed al riparo da ogni pregiudizio presso uno dei molti luoghi virtuali di dialogo e confronto sull‘Internet ed avanzare richieste di delucidazioni ai tanti che gia‘ hanno operato una scelta, oppure molto piu‘ semplicemente leggere il testo della licenza che piu‘ si gradisce e che meglio rappresenta le proprie esigenze: gli aspetti pragmatici da considerare immediatamente stanno tutti li‘, senza infarciture dialettiche soggettive e talvolta opinabili.

Gratis e‘ bene per molti, libero e‘ meglio per tutti.

Nessun commento: