L'aneddoto di oggi: in questi giorni sto passando il tempo realizzando un applicativo web che ha lo scopo di semplificare ed automatizzare le operazioni di gestione e manutenzione di un GAS (Gruppo di Acquisto Solidale), permettendo ai responsabili di definire gli ordini per i vari fornitori e agli altri membri di avanzare richieste per tre chili di carne di vitello con certificazione biologica o una latta di olio extravergine siciliano.
Questa sera, dopo aver caricato online la prima demo dimostrativa da far provare ai miei collaboratori (e di cui non pubblico l'URL: e' ad uno stato talmente primordiale di sviluppo che finirei solo col fare una figuraccia se la si vedesse...), ho fatto un giretto sulla Rete e sono involontariamente incappato nel blog del GAS di Avigliana, ridente paesello a poca distanza da Torino. Scorro rapidamente i post, e noto che essi hanno adottato come soluzione gestionale un tal GestiGAS, applicativo nelle finalita' analogo a quello di cui mi sto occupando ed altrettanto freesoftware ma risultato (tanto per cambiare...) eccessivamente ostico ed inopportuno nell'utilizzo da parte di persone con scarsissima dimestichezza col computer, come appunto la maggior parte dei membri dei gruppi di acquisto.
Fatto sta che scendendo di poco nella pagina trovo, in mezzo alle altri frasi ed al termine della descrizione di una serie di prodotti, una frase in verde isterico e con carattere ingrandito:
CONCLUDENDO .... compito delle vacanze: andate su gestigas (sigh!) ed inserite le vostre prenotazioni!!!Mi son chiesto il perche' di quel "sigh" tra parentesi, e sono andato a leggere i commenti del post: ben quattro persone hanno riportato le loro richieste di arance e limoni direttamente sul sito, totalmente incuranti dell'esistenza di un form da compilare. Ho guardato i commenti di tutti gli altri post, ed in tutti appariva la stessa cosa: sfilze di richieste immesse da individui che hanno ritenuto piu' conveniente scrivere in una frase sulla bacheca pubblica quel che desideravano anziche' aprire un'altro sito, autenticarsi, cercare la pagina relativa all'ordine ed inserire i valori nei campi giusti. Con buona pace del tapino che di volta in volta deve andare a controllare cosa e' stato scritto e da chi (dovendo poi richiedere conferma via mail o telefono, in quanto la stragrande maggioranza di tali commenti riportano il nome del committente ma sono inseriti senza autenticazione, anonimi da un punto di vista digitale, e dunque potenzialmente fasulli), e riordinare il tutto prima di contattare l'allevare o l'agricoltore di turno e sapere cosa dirgli badando di non sbagliare nel farsi mandare qualche cassetta di agrumi di troppo che poi non si sa a chi rifilare.
Esiste modo di ovviare a cotanto sperpero di strumentazioni tecnologiche e a siffatta pigrizia da parte dell'ingenuo consumatore equosolidale e velleitariamente consapevole? La risposta e' "no".
O meglio: non v'e' modo di convincere l'utente a fare la cosa che andrebbe fatta (ovvero: mettere la quantita' di cassette di arance che vuole nella casellina del form, in modo da avere alla fine informazioni precise e puntuali), per tante motivazioni: la consueta ed oramai scontata resistenza dinnanzi a qualcosa che vada al di la' della sua abitudine ("E' troppo complesso, non sono capace", detto solitamente ancora prima che qualcuno gli spieghi il comportamento che dovrebbe tenere), l'effettiva incapacita' nello svolgere il task (questo molto dipende da quanto e' ben fatta l'interfaccia davanti cui si trova, se non e' assolutamente chiaro qual'e' il percorso virtuale di tasti e pannelli da affrontare per arrivare alla casella da riempire per avere delle arance e' facile che ci si trovi da tutt'altra parte ed alla lunga si desista), e sopra ogni altra cosa l'innata pigrizia che caratterizza una buona percentuale della popolazione, in particolare quella italiana.
Ma, in fin dei conti, se Maometto non va alla montagna la montagna va da Maometto: basta saper uscire dai soliti schemi, quelli per cui il programma e' quello che si vede nella relativa finestra sul monitor (o al relativo URL, nel caso del web) e basta. Se l'utente non va all'applicazione, l'applicazione andra' dall'utente: da ieri sera contemplo la pagina di documentazione dell'API Gadgets provvista da Google, con l'idea di realizzare una versione ridotta e "embeddabile" del mio modesto software in iGoogle, Blogger ed altre piattaforme simili e compatibili. Scopo del gioco: rendere trasparente l'interazione con il programma, e mettere a portata di mouse i pochi tasti necessari ad avanzare la propria richiesta di una cassetta di arance affinche' risulti ancor piu' rapido e conveniente che non scrivere una mail o lasciare un commento nel blog. Gestendo in modo opportuno autenticazioni (da richiedere il minor numero di volte possibili), links (fatti apposta per identificare sia l'utente che un determinato prodotto con hash salvati a monte sul database in modo da poterne invertire il significato) ed una serie ristretta di informazioni rilevanti per l'utente, il gestionale esce dalla sua sede e va a mettersi proprio sotto gli occhi di chi deve usarlo.
Partito come un semplice favore da fare ad un amico e come pretesto per affinare l'utilizzo delle tecnologie di sviluppo web, questo lavoretto sta poco alla volta rivelandosi una succosa sfida tra me ed una pletora di personaggi con una scarsissima voglia di collaborare.
Riuscira' il vostro eroe a realizzare un software che sia realmente utilizzato ed amato da individui con competenze tecniche pari a quelle di una zucchina (rigorosamente biologica)?. A noi non e' dato sapere cio' che il destino gia' sa.
Nessun commento:
Posta un commento