Pensieri e parole su HCI, home computing, tecnologie desktop e sul Progetto Lobotomy

mercoledì 15 agosto 2007

Come eravamo, come siamo

La notizia di oggi, pigro ferragosto dal clima primaverile (alla faccia del riscaldamento globale!), e' che Gnome, quello che probabilmente e' il desktop environment piu' amato sul panorama freesoftware, compie 10 anni. E la pagina piu' linkata e', ovviamente, quella che riporta il primissimo annuncio ufficiale della nascita del progetto.
A seguire, un'orgia di felicitazioni e complimenti (cui mi aggiungo pure io, ci mancherebbe!) a questa longeva opera, che nel corso degli anni e' cresciuta a dismisura (basta dare uno sguardo alla lista di documentazione prevista per la piattaforma) ed ha segnato il passo dell'evoluzione del desktop computing su Linux. Ad oggi, anche grazie alla virale diffusione di Ubuntu, questo e' l'ambiente grafico piu' utilizzato dagli utenti pinguineschi (e non solo).

Ma...
Dando uno sguardo a certi screenshots pubblicati insieme a qualche commento particolarmente zelante in giro per l'Internet, la mia perplessita' cresce: stando alle immagini, Gnome e' passato da questo a questo.
Cosa e' cambiato in dieci anni?
Niente.

Per la carita': incredibili progressi nella presentazione grafica, mucchi di funzionalita', applicazioni integrate le une alle altre (piu' o meno...)...
Ma, ai fatti, nell'arco di due lustri (un'era geologica, in campo informatico) la minestra e' sempre la stessa: la barra con il taskmanager, i menu dei programmi, le finestre, le icone. Sempre loro, sempre nello stesso posto, magari con qualche colore in piu' ed una maggiore risoluzione.
Il numero di informazioni che ogni giorno un qualsiasi utente domestico si trova a manipolare e' esploso, la potenza computazionale messa a disposizione e' incrementata seguendo un'andamento esponenziale, l'insieme di possibilita' e' una composizione ortogonale tra questi due fattori.
Eppure la barra con il taskmanager, i menu dei programmi, le finestre e le icone sono sempre loro, sempre nello stesso posto.

Non a caso e' nato il Progetto Lobotomy: per sperimentare qualcosa di nuovo. Qualcosa studiato (almeno nelle intenzioni) da zero, non l'ennesima implementazione dello stesso sistema ma orientato ad una nuova prospettiva del desktop.
Quale sia questa prospettiva, sinceramente non lo so neppure io: come ho sempre sostenuto, Lobotomy non ha la pretesa di diventare il desktop environment del futuro; molto piu' semplicemente (ed umilmente) qui si sperimenta, spesso pure a casaccio e senza particolari obiettivi (i quali, si sa, diventano obsoleti nel giro di sei mesi), idee del qui presente maintainer o carpite su un blog o da qualche altra parte.
Giusto ieri ho iniziato a stendere un documentuccio (preannunciato molto vagamente nello scorso post) su quello che ci si aspetta dal prossimo BrainTop, sul quale ricomincero' a lavorare (dopo piu' di un anno!) dopo aver terminato l'ennesima revisione della gerarchia dei widgets previsti in Kiazma: li' si troveranno in buona sostanza una gran parte dei principi sui quali si intende fondare lo sviluppo di Lobotomy (almeno, della sua componente grafica) nei prossimi mesi.
Dopodiche'... Chi vivra', vedra'...

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