Pensieri e parole su HCI, home computing, tecnologie desktop e sul Progetto Lobotomy

lunedì 1 giugno 2009

Fuori Onda

Giacche' il web sembra in fermento per l'ultima trovata Google, inutile non volerne discutere anche su questo blog.
In poche parole: Wave e' un tool per far convergere diverse forse di discussione, tra cui instant messaging e commenti sui blogs, e di editing collaborativo. Sara' che gli esempi forniti nel corso della presentazione ufficiale del prodotto (di cui e' disponibile il video nella homepage del progetto) sono abbastanza banali ed ingenui, ma al contrario della maggior parte della blogosfera a me non pare nulla di particolarmente eccitante.
Per la carita', una API che permetta di gestire in modo complesso gli stream di discussioni e commenti e' piu' che benvenuta, e gia' pregusto il momento in cui la includero' in GASdotto per arricchire le possibilita' di interazione degli utenti, ma in fin dei conti di strumenti per l'editing collaborativo ne esistono gia' a quintalate (sia web che desktop), e neanche si contano i mezzi con cui due o piu' persone possono comunicare in modo piu' o meno sincrono.
Probabilmente l'aspetto piu' innovativo del prodotto sta nella formalizzazione di un protocollo per l'aggregazione di contenuti, che garantisce la possibilita' di implementazioni inedite e maggiori spazi per l'integrazione di servizi offerti da diversi providers (nonche' di applicativi di interfaccia magari un po' piu' usabili che non il client Wave proposto da Google stessa, che mi pare tutto fuorche' immediato e semplice da utilizzare), ma come sempre c'e' da vedere se davvero tale arnese verra' portato laddove ce ne sarebbe bisogno, ovvero social networks e piattaforme di (micro)blogging, oppure se ancora una volta le divergenze del libero mercato concorrenziale imporranno limiti alla radicazione della specifica.

Piu' in generale, il mio giudizio nei confronti di questo genere di strumenti di carattere "social" e' sempre abbastanza critico: bellissima la possibilita' di condividere commenti, informazioni, notizie ed opinioni, ma se alla fine tutto questo popo' di tecnologia viene usato per far divulgare le foto delle vacanze non si ottiene nulla di piu' che non la versione globalizzata e 2.0 della "serata a casa degli amici a vedere le diapositive della settimana al mare". Quel che mancano non sono i mezzi, ma i contenuti, o comunque un qualche criterio che faccia emergere i dati realmente utili per la conduzione dei processi di decision making.
Gia' mi sono altrove espresso favorevolmente nei confronti dei nuovi media e dei canali di comunicazione "peer2peer" offerti dalla moderna Internet, ma giunti a questo punto ci si aspetterebbe da un colosso come Google (o da chiunque altro con un forte potenziale innovativo) qualcosa di piu' che non un servizio di instant messaging potenziato.
Forse la salvezza arrivera' dal semantic web, ma i tempi sembrano tutt'altro che maturi. Forse la salvezza arrivera' da Lobotomy, o da Itsme, o da qualche altro progetto che porta l'aggregazione dell'informazione al centro del modello di interazione, ma l'attesa sembra essere tutt'altro che breve. E nel frattempo aumenta la mole di informazione da filtrare a mano, e troppo spesso succede di perdersi i pezzi per la strada.

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