Su questo blog e altrove ho piu' volte criticato le tecnologie semantiche. Ma forse sarebbe bene fare distinzione tra "semantico" e "semantico".
Non tutte le tecnologie etichettate con tale altisonante classificazione, cosi' di moda oggi e dunque cosi' abusata e di cui in fin dei conti in pochi (non me) hanno ben chiaro il significato, offrono infatti gli stessi vantaggi a fronte dello stesso impegno. Si va dall'estremo del "desktop semantico" - l'attuale KDE4, che implementa lo stack Nepomuk e che incentra buona parte delle sue funzionalita' intorno alla capacita' dell'utente di assegnare tags ai suoi propri files - all'opposto del "web semantico", ovvero la "Rete di dati" cui gia' qualcuno arditamente (o stupidamente) appunta la nomea di "Web 3.0". Mentre la prima categoria di applicazione e' lungi dal ricevere un mio consenso, soprattutto a questo stadio di sviluppo ed alla luce del fatto che esse sono completamente inutili se non manipolate a dovere dall'utilizzatore finale (che, per definizione, non usa mai le cose come dovrebbe), la seconda classe e' motivo di discreto interesse, almeno dal punto di vista del potenziale in campo. In generale non vedo troppo di buon occhio la frammentazione (seppur controllata e documentata) dell'informazione in dialetti e sottodialetti, come appunto si vuole fare con l'iniezione di una quantita' infinita di "ontologie" da applicare ad informazioni diverse a seconda del loro contesto, ma certamente se sufficientemente diffusi e propagati tali mezzi risulterebbero di infinita utilita'.
Purtroppo il grande difetto del "semantic web" e', paradossalmente, la sua stessa community di sostenitori, costituita in larga parte da accademici esaltati che amano riempirsi la bocca con nozioni di filosofia spiccia e produrre i piu' stravaganti ed incomprensibili formati e protocolli per il solo gusto di constatare poi quanto siano stati bravi nel far delle cose cosi' complesse, pertanto ho sempre osservato da lontano l'ambiente senza approfondire piu' del tanto necessario a comprendere il senso delle occasionali news che capitano sotto gli occhi. Ma qualcosa potrebbe forse cambiare nel prossimo futuro.
Tra le news di Techmeme trovo un riferimento all'intenzione del team di Twine (scarsamente conosciuto servizio di social bookmarking a la del.icio.us) di piazzare online un "editor di ontologie", ovvero una applicazione che faciliti la produzione, la pubblicazione e la condivisione di "descrizioni" di oggetti da impiegare poi per marcare i dati sull'Internet ed implementare poi all'interno dei programmi che potranno cosi' interpretare il dato e miscelarlo e/o presentarlo in modi nuovi. Sinora la tecnologia (o quantomeno: la discussione di essa, e qualche basilare applicazione) e' stata confinata nelle aule accademiche o sui blog tecnofili da geek, dunque impiegata al piu' in nicchie ben lontane dal mondo dei comuni mortali, ma se davvero si riuscisse a coinvolgere individui non-tecnici nella definizione di nuove astrazioni semantiche pronte per essere adottate in campi di pubblico interesse e fruizione sarebbe forse la volta buona per radicare lo strumento ed iniziare davvero a sfruttarlo.
Io stesso qualche tempo addietro stavo meditando sull'utilita' che avrebbe un web service esposto da GTT (l'azienda di trasporto pubblico torinese; ovviamente il discorso si applica anche a tutte le altre citta') per reperire in un formato programmaticamente trattabile le informazioni relative al traffico urbano, che al momento sono completamente raccolte e gestite dall'ente ma divulgate per mezzo di canali scarsamente riconducibili a qualsiasi forma riutilizzabile, ma dopo rapida ricerca ho notato la mancanza di una specifica adeguata a tale esigenza e che potesse realmente essere definita standard. Di casi simili ne esistono a volonta' e Swoogle non e' di particolare aiuto, ma cosi' come Wikipedia e' la piu' grande enciclopedia del mondo grazie anche e soprattutto al contributo di persone specializzate in settori non necessariamente legati alla tecnologia che hanno imparato quelle poche operazioni richieste per editare il wiki e riportare la loro conoscenza, allo stesso modo puo' esistere la possibilita' di far convergere nozioni ed esperienze diverse per costruire il substrato di interoperabilita' necessario ed indispensabile ad ogni altro futuro sviluppo del web semantico.
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