Pensieri e parole su HCI, home computing, tecnologie desktop e sul Progetto Lobotomy

sabato 8 dicembre 2007

Cambiare, dalle fondamenta

Ieri sera, dopo aver scritto il precedente post, mi sono auto-ispirato e sono andato a leggere qualche articolo online del gia' menzionato Raskin e da altre fonti correlate, per rinfrescarmi la memoria.
La convinzione generale che mi sono fatto e' che i commenti di Raskin, correttissimi e sacrosanti, implicherebbero uno stravolgimento completo non solo del concetto di interfaccia utente, ma di tutto il sistema operativo a partire dal kernel.
Gia' da tempo il ben noto Tanenbaum sostiene il fatto che un PC deve essere stabile e sicuro per essere usabile, esattamente come... un televisore (che, notoriamente, non crasha, non reboota ed e' usabile da chiunque), ma oltre a cio' occorrerebbe forse rivedere il modo in cui le applicazioni interagiscono con il resto del sistema.
Per fare un esempio: a detta di Raskin (e non solo) non dovrebbe mai esserci bisogno di salvare i documenti o i files che si stanno elaborando. Sfido chiunque a dire che sia una cosa sbagliata. Ma come implementare cio'? L'applicazione deve costantemente tenere traccia delle operazioni che esegue l'utente, bufferizzarle e sbatterle permanentemente sul disco, ma... Ad oggi, nella specifica POSIX non e' minimamente prevista una cosa del genere, ed un file deve sempre essere scritto per intero (o comunque: a partire da dove e' stata eseguita la modifica in poi, tutto). Manca una syscall per dire al filesystem "salvami questi tot dati a partire dalla posizione X, ma non al posto di quelli esistenti: nel mezzo!".
Nei prossimi giorni leggero' (o ri-leggero') qualcosa in piu' di quanto scritto da Tanenbaum (o, piu' in generale, in merito a Minix3) per trovare qualche punto di contatto tra le visioni di alto (l'interfaccia utente) e di basso livello (il kernel) dei due personaggi, in costante ricerca di ispirazione.

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