Pensieri e parole su HCI, home computing, tecnologie desktop e sul Progetto Lobotomy

giovedì 12 febbraio 2009

La Sottile Linea

Abbastanza inevitabilmente, dato il mio interesse sia per i progressi nel campo dell'interfaccia uomo-macchina sia per le novita' nel mondo freesoftware, mi trovo a leggere talvolta in merito a KDE4.
Sorvolando sui commenti piu' o meno soggettivi in merito alla stabilita' del prodotto o alla presunta somiglianza con il non propriamente amato Windows Vista e' interessante vedere come il team del progetto sia proiettato verso la sperimentazione di nuove forme di interazione e presentazione, e l'ultimo bollettino proveniente dall'ennesimo meeting degli sviluppatori menziona una serie di interventi che si vogliono apportare per perfezionare l'integrazione fra le componenti.
Ma il punto e' proprio questo: al di la' dell'introduzione del supporto alle animazioni, la sommaria integrazione con OpenDesktop, e la serie di nuovi plasmoidi che man mano vanno ad infoltire il set di quelli con cui l'utente puo' personalizzare, nell'attuale versione 4.2 ed in tutte le possibili evoluzioni annunciate e non, cosa c'e' di realmente nuovo? Quello che dall'intero mondo free viene osannato ed indicato come rivoluzionario e radicale progetto, cos'altro e' se non il solito desktop arricchito da qualche animazione? Persino il team di Gnome, environment che da sempre si caratterizza per la coerenza anche fra applicazioni diverse e la pulizia dell'API, sta cedendo alle lusinghe della popolatita' e per non essere da meno a KDE sta includendo deplorevoli funzionalita' di dubbio gusto.
So di aver ripetuto questa manfrina piu' di una volta, anche su questo blog, ma ogni qualvolta torno a leggere gli stessi entusiastici commenti rivolti a qualcosa che di entusiasmante ha poco se non gli screenshots torno a riflettere sulla questione: si cerca di elevare un pochino il grado di integrazione reciproca tra le diverse applicazioni, si aggiungono strabilianti features grafiche (che non fanno altro che aggiungere possibilita' di infrangere ogni genere di coerenza tra le applicazioni), eppure la sottile linea che separa l'innovazione dal rimaneggiamento non viene mai oltrepassata.
Mi capacito del fatto che tale linea, in fin dei conti, tanto "sottile" non e', in quanto implicherebbe una riscrittura drastica dell'intero concetto di "computer general purpose con una interfaccia grafica", ma chiaramente ci si trova sempre a scontrarsi con l'abitudine della becera utenza e l'impossibilita' di diffondere agevolmente presso la massa elementi di novita'.
Ah, ho una gran voglia di tornare a lavorare su Lobotomy...

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