Qualche tempo addietro vidi che in KMail era stata introdotta una simpaticissima feature: dato un indirizzo mail e la relativa password, esso autoconfigurava l'account identificando il server SMTP, il server POP3, le porte di accesso, l'autenticazione SSL attivata o meno, insomma tutti quei dettagli che raramente un utente domestico comprende e che nella migliore delle ipotesi copia e incolla pedestramente dalla pagina di supporto del sito web del provider di fiducia.
Sul momento ho pensato che il suddetto programma dovesse appoggiarsi ad un qualche database online di configurazioni, e dopo qualche indagine sono giunto ad una succulenta scoperta: il meccanismo si chiama ISPDB ed e' stato ideato da Mozilla per Thunderbird (il loro client di posta), e sebbene l'API sia pressoche' inesistente (un URL cui accodare il dominio che interessa, che ritorna indietro un XML) e ben nascosta (ho ravanato un poco per trovare un riferimento al sopra menzionato URL) risulta comunque vagamente usabile. Tant'e' che persino Evolution supporta da poco tale sistema.
Chiaramente mi sono precipitato a mettere insieme del codice per usare tale base di dati, e piu' precisamente ho accrocchiato una funzione PHP che verra' nel prossimo futuro integrata in GASdotto per facilitare la configurazione delle mail in uscita generate dal programma.
Sorvolando sulla mia fregola programmatoria, mi compiaccio del fatto che qualcuno abbia avuto questa bella idea di voler automatizzare qualcosa di facilmente automatizzabile ed abbia messo in piedi un sistema tutto sommato semplice e scontato per ottenere qualcosa che, per l'utente casalingo, semplice e scontato non e'. ISPDB e' un Uovo di Colombo, implementato come detto molto alla buona, ma io credo che nella sua modestia sia un ottimo esempio di come si possa parecchio facilitare la vita all'utente finale: pescando parametri del resto sempre uguali tra loro da una base dati condivisa si evita di dover effettuare la procedura a mano, eliminando peraltro tutti i rischi e le frustrazioni dovute a copia&incolla malamente eseguiti a causa del fatto che chi opera non capisce realmente cosa sta facendo.
La dimostrazione di come un pugno di dati forniti di una semantica possano risolvere problemi, anche grossi, concreti e sotto gli occhi di tutti.
Probabilmente ci sono molti altri casi in cui si potrebbe procedere per metodo induttivo, individuando alcuni patterns ripetitivi ed incastonandoli in un unico flusso gestibile in larga parte per via automatica. Tutto sta nello scoprirli ed ingegnerizzarli.
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