Lo confesso, anche se chi mi conosce come programmatore gia' lo sa: io rientro in quella (nutrita) categoria di developers che dedicano pochissimo tempo alla progettazione ed ogni volta che iniziano un nuovo software o ne modificano un'altro pesantemente aprono l'editor di testo ancor prima di avere ben chiaro cosa fare. L'unico passo intermedio tra la decisione di fare qualcosa ed iniziare a farla sta nella scelta del nome: ogni progetto che si rispetti deve avere un nome!
So perfettamente che si tratta di una pratica malsana, e piu' e piu' volte ne ho pagato le conseguenze, ma d'altro canto sono convinto che l'eccessivo grado di "ingegnerizzazione" oggi in uso nel mondo dello sviluppo sia ugualmente dannoso: una dettagliata pianificazione trasmette un senso di eccessiva sicurezza, e quando le cose sono troppo ben incastrate tra loro si rischia di non avere spazio sufficiente per aggiungere quelle correzioni e quelle modifiche che, nel mondo reale, accadono sempre e comunque in qualsiasi circostanza.
Detto cio', nell'ultimo periodo ho iniziato quantomeno a progettare le interfacce delle mie applicazioni. Direi che e' gia' un passo avanti.
Ho sempre considerato il wireframing alla stregua di qualsiasi altra forma di progettazione, ma mi sono dovuto ricredere: laddove una architettura software e' oggettivamente qualcosa di completamente fumoso e dunque imperfetto finche' non la si traspone in qualcosa in esecuzione sullo stack (per poi immancabilmente fallire perche' non era stata presa in considerazione una data situazione), una interfaccia grafica e' qualcosa di concreto, in quanto anche se cliccando sul tasto non succede nulla il tasto e' comunque li' invece di essere da un'altra parte, occupa un determinato spazio e riporta una data etichetta o icona invece che un'altra.
Il primo esperimento quasi serio l'ho fatto usando MockFlow, strumento online (in Flash) per mettere insieme mockups di pagine destinate al web: la versione gratuita ha una limitazione sul numero di progetti e pagine che si possono creare, ma poiche' quelle poche pagine hanno altezza infinita si possono aggregare insieme piu' contenuti e con un poco di pazienza il paletto viene facilmente aggirato. Il secondo tentativo, rivolto ad un programma desktop (di cui scrivero' dettagliatamente in un'altra occasione), l'ho fatto con Gazpacho: progetto ad oggi leggermente defunto, nel concetto simile a Glade (che dovro' a sua volta provare, essendo pure aggiornato alle ultime evoluzioni di GTK+), funge da editor completo "a la Visual Studio" ma essendo io un programmatore vecchio stile lo ho usato solo per farmi una idea di dove posizionare i widgets che sono andato poi ad implementare a mano.
Entrambe le esperienze si sono rivelate inaspettatamente produttive: disegnare la propria interfaccia prima di riportarla sul codice permette di avere subito una idea di cosa ci si trovera' dinnanzi e, meglio ancora, di cosa ci si vorrebbe trovare; vengono subito identificate e corrette falle estetiche e funzionali nel design, si possono sopprimere o ridefinire aggregati di elementi che nella realta' appaiono molto peggio di quanto ci si era immaginati, e ci si capacita in fretta se nel concetto originale e puramente astratto mancava un qualche dettaglio che, ai fatti, sarebbe determinante ed indispensabile. Tutto questo con un costo estremamente basso, in quanto in un paio d'ore di cliccate si ottengono risultati piu' che sufficienti per condurre una valutazione ed eventualmente ridefinire la proprio linea: tutto tempo che altrimenti verrebbe riccamente sprecato per implementare, compilare, eseguire, cancellare e re-implementare.
Gli strumenti per prototipare e costruire bozze realistiche non mancano, anzi ce n'e' una abbondanza, e val proprio la pena almeno di provarli.
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